The Soft Parade è il quarto album dei Doors, pubblicato nel 1969. Questo album non ebbe il successo dei precedenti probabilmente a causa del differente arrangiamento. Vi troviamo infatti una sezione fiati e strumenti ad arco.
Inoltre i testi di alcune delle canzoni sono scritti dal chitarrista Robby Krieger. Nei successivi lavori (Morrison Hotel e L.A. Woman) ritroveremo esclusivamente i quattro membri originari della band.
L’album raggiunse la posizione numero 6 nella classifica di Billboard, mentre il singolo Touch Me fu quello che nella classifica dei singoli raggiunse la posizione più alta, cioè la terza. Con tutto ciò l’album si aggiudicò il disco d’oro e successivamente quello di platino.
Nel settembre del 1968, dopo la celebrata tournée in Europa, Manzarek, Densmore, e Krieger fecero ritorno a Los Angeles, mentre Morrison e Pamela affittarono un appartamentino a Londra per una vacanza di un mese. Nella capitale britannica Jim conosce il poeta americano Michael McClure, che lo incoraggia a pubblicare le sue poesie. A fine ottobre Morrison torna negli Stati Uniti per ricongiungersi ai compagni che intanto stanno progettando il nuovo album nei nuovi studi di registrazione della Elektra Records appena completati. L’idea della band e del loro produttore Paul A. Rothchild è quella di ampliare gli orizzonti sonori dei Doors. Rothchild, particolarmente impressionato dal Sgt. Pepper’s dei Beatles, spinge affinché il gruppo inserisca nel proprio sound un’orchestra per incorporare elementi classici e jazz nella musica. Jim Morrison però si estranea dal lavoro di gruppo in studio sentendosi maggiormente coinvolto nella stesura delle sue poesie.
I primi brani ad essere approntati sono Touch Me e Wild Child. Il primo è una composizione di Robby Krieger inizialmente intitolata Hit Me (“colpiscimi”) ispirata ad una lite fra il chitarrista e la sua ragazza Lynn, titolo poi modificato in Touch Me (“toccami”) su richiesta di Morrison. La canzone è il primo brano di un gruppo rock a contenere un assolo di sax tenore (suonato dal jazzista nero Curtis Amy già con Dizzy Gillespie). Wild Child è invece un brano dalla sonorità più tipicamente alla Doors prima maniera, dedicato, secondo fonti differenti, a Pamela Courson o al “poeta maledetto” Arthur Rimbaud morto in Africa all’età di 37 anni.
A causa dei crescenti problemi con l’alcol di Jim Morrison, il chitarrista Robby Krieger ebbe una presenza più preponderante in The Soft Parade che in ogni altro album del gruppo, contribuendo a circa la metà del materiale sul disco, e cantando la traccia vocale principale del ritornello in Runnin’ Blue (brano dedicato alla memoria di Otis Redding da poco deceduto).
Per la prima volta in assoluto, i crediti compositivi delle canzoni sul disco non furono attribuiti genericamente ai Doors come gruppo, ma ai vari membri individuali (in particolare Morrison e Krieger) poiché Morrison era particolarmente scontento del verso “get your guns” (“prendete i vostri fucili”) presente in Tell All the People, la prima traccia dell’album. Morrison temeva che gli ascoltatori potessero percepire tale strofa come un incitamento alla violenza, prendendo per buono il significato letterale della frase, e volle quindi prendere le distanze dall’affermazione (anche se non si rifiutò di cantare il verso incriminato).
Mentre dà i primi tre album della band erano sempre stati estratti al massimo due brani da pubblicare come singoli promozionali, The Soft Parade conteneva addirittura quattro brani pubblicati su singolo, alcuni dei quali inizialmente pensati come singoli da non includersi nell’album, ma poi inseriti all’ultimo per la scarsità di nuovo materiale pronto. Le uniche due canzoni sull’album che non furono pubblicate su singolo sono Shaman’s Blues e The Soft Parade. In controtendenza, solamente un singolo venne estratto dal seguente album dei Doors, Morrison Hotel. È infine importante segnalare che tutti i singoli di maggior successo pubblicati presenti su The Soft Parade erano opera di Robby Krieger.
L’album venne accolto con reazioni contrastanti sia dai fan che dalla critica proprio per l’inclusione di fiati ed archi, in netta opposizione al più semplice e viscerale sound dei primi album della band. La critica inoltre sottolineò il fatto che dal punto di visto lirico e dei contenuti, The Soft Parade non si discostava dai precedenti album dei Doors, e che ciò non era innovativo. In retrospettiva, l’album è stato rivalutato da critici e fan (in occasione della ristampa dell’album per il 40º anniversario del gruppo, nel numero dell’agosto 2007 di Downbeat Magazine, il corrispondente Dan Ouellette dichiarò che il disco era da considerarsi “l’apice creativo” dei Doors), e la title track conclusiva, il lungo brano The Soft Parade, uno dei capolavori sottovalutati della band.
Dopo l’insuccesso dell’album, i Doors ritornarono ad uno stile più semplice e con meno pretese artistiche con gli album Morrison Hotel e L.A. Woman.
Commentando la cattiva accoglienza riservata al disco dalla critica, Morrison disse: «Le cose ci sfuggirono un po’ di mano, ed impiegammo troppo per realizzarlo. Ci vollero più di nove mesi. Un album dovrebbe essere come un libro di racconti con un unico filo conduttore, dovrebbe avere uno stesso feeling e uno stile armonioso, il che è proprio quello che manca a The Soft Parade».
Robby Krieger invece la pensava in maniera differente, ma ugualmente rassegnata: «A noi piaceva, ma, a quanto pareva, eravamo i soli».
Ray Manzarek: «Volevamo inserire nel nostro sound dei fiati e anche una sezione d’archi, per sentire cosa veniva fuori».
Nonostante le perplessità dei critici, l’album raggiunse comunque la posizione numero 6 nella classifica di Billboard, mentre il singolo Touch Me fu quello che nella classifica dei singoli raggiunse la posizione più alta, cioè la terza. Con tutto ciò l’album si aggiudicò il disco d’oro e successivamente quello di platino.
Tracklist
lato A
lato B
Edizione del 40° anniversario – CD
Bonus track